Possibile svolta sull’annoso tema dell’assicurazione obbligatoria dei medici. E’ stato infatti approvato un emendamento proposto da Margherita Miotto (Pd), in fase di conversione in legge del cosiddetto “decreto p.a.” (dl n.90/2014, Misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l’efficienza degli uffici giudiziari).
Il testo presentato prevede che l’assicurazione dei camici bianchi diventi obbligatoria e che le polizze coprano sia la responsabilità civile verso terzi sia quella verso i prestatori d’opera, al fine di tutelare i pazienti e il personale.
Secondo quanto riportato dal quotidiano Italia Oggi, si tratterebbe di una misura “parziale”: “l’assicurazione obbligatoria, imposta alle aziende del Servizio sanitario nazionale, alle strutture private autonome o accreditate con il Ssn e a tutti gli altri enti che erogano prestazioni sanitarie a favore di terzi, non risolve infatti il problema della copertura assicurativa per le prestazioni di libera professioneerogate dai medici autonomamente e non in regime di intramoenia. Ma, soprattutto, nulla si dice sul fondo rischi, il vero cuore della legge Balduzzi, pensato per garantire idonee coperture assicurative a chi opera nelle cosiddette aree a rischio (ginecologia, chirurgia, ortopedia e anestesia)”.
IL DECRETO BALDUZZI
Con la Legge 98/13 era già stata sancita l’obbligatorietà di stipulazione della polizza Rc Professionale Medici per gli esercenti le professioni sanitarie – tutela che secondo una stima dell’Ordine dei Medici, ammonterebbe per l’attività privata a una spesa media di 14mila euro l’anno.
Ma per i medici quest’obbligo ha tuttavia subito ripetute proroghe. Il decreto Balduzzi introduceva un meccanismo di bonus-malus con il quale il premio da pagare aumenta o diminuisce in base ai “danni” commessi dal medico. Proprio come per la polizza Rc auto.
La funzione dell’assicurazione è quella di indennizzare i pazienti per gli errori professionali del medico, il quale, al momento dell’assunzione dell’incarico, dovrà comunicare al cliente gli estremi della polizza e il massimale di copertura. Un tema delicato, che preoccupa particolarmente la categoria medica per il rischio implicito di ogni attività terapeutica. Anche perché la normativa risulta piuttosto generica sul tipo di rischi da coprire, i massimali obbligatori, le franchigie ecc. E non è sempre detto che imporre un eccesso di cautela in questo campo sia un vantaggio per il paziente (si pensi agli interventi d’urgenza in cui la scelta del medico è decisiva).
Per questo motivo e per evitare il boom di richieste di risarcimento nei confronti dei medici, il decreto ipotizzava una sorta di “clausola di salvaguardia” che escludeva la responsabilità per il medico se si è attenuto a protocolli, linee guida e buone pratiche. In questi casi risponderebbe dei danni solo per dolo e colpa grave.
Il quadro normativo è ancora confuso e la proposta ha già scatenato un acceso dibattito. Come si conviene a un tema delicato, che impatta la salute, l’organizzazione sanitaria e – più o meno direttamente – le tasche dei cittadini.